• Skip to primary navigation
  • Skip to main content
  • Skip to primary sidebar
  • Skip to footer

Marco Marsullo

Blog di Marco Marsullo

  • Contatti

Come Pulire i Gioielli Anneriti

L’annerimento non è un difetto di fabbricazione: è una reazione naturale tra la superficie metallica e l’ambiente che la circonda. Nell’argento si forma solfuro d’argento per contatto con tracce di zolfo presenti nell’aria o in prodotti cosmetici; nell’oro a titolo non puro (14 o 18 carati) a scurirsi sono rame e argento contenuti nella lega. I metalli rodiati o placcati, invece, possono perdere brillantezza semplicemente per abrasione: lo strato sottile superiore si consuma lasciando emergere la base più scura. Medaglie, ciondoli e bracciali con pietre montate richiedono accortezze ulteriori, perché alcuni solventi innocui per il metallo risultano aggressivi su opali, turchesi, perle o coralli. Identificare la natura del gioiello prima di qualunque trattamento evita errori irreversibili.

Indice

  • 1 Preparare la pulizia rimuovendo lo sporco superficiale
  • 2 Ringiovanire l’argento con il bagno elettrochimico domestico
  • 3 Lucidare l’oro giallo e rosa con pasta a base di gesso di Vienna
  • 4 Proteggere i placcati in oro bianco o rodiato
  • 5 Gestire pietre delicate, perle e materiali organici
  • 6 Prolungare gli effetti della pulizia con stoccaggio controllato
  • 7 Conclusioni

Preparare la pulizia rimuovendo lo sporco superficiale

Polvere, residui di creme o sebo formano una pellicola grassa che intrappola l’ossigeno e ne accelera l’effetto ossidante. Prima di affrontare il vero e proprio sbiancamento si immerge il gioiello in acqua tiepida con qualche goccia di sapone neutro privo di ammoniaca, lasciandolo in ammollo cinque minuti. Un pennellino a setole morbide scioglie le impurità anche nelle maglie di una catena o sotto le griffes di incastonatura. Questo passaggio iniziale rende più uniforme la reazione dei successivi agenti pulenti, impedendo chiazze a due toni.

Ringiovanire l’argento con il bagno elettrochimico domestico

Per la maggior parte degli argenti anneriti, il metodo più sicuro e spettacolare è il cosiddetto “alluminio e bicarbonato”. Si riveste il fondo di una bacinella con un foglio di carta stagnola, lato opaco verso l’alto, vi si adagia il gioiello a contatto diretto con la lamina e si versa acqua quasi bollente in cui si sia sciolto un cucchiaio di bicarbonato per mezzo litro. In pochi secondi il solfuro si riduce e ridiventa argento metallico, depositando lo zolfo sull’alluminio. Il bracciale riprende luce senza asportazioni di materiale, perché non si tratta di sfregamento ma di scambio ionico. Terminata l’effervescenza si sciacqua sotto acqua fredda e si asciuga tamponando con tela di cotone. Questa tecnica non va usata su oggetti con incastonature di perle o coralli: l’acqua calda danneggerebbe le concrezioni organiche.

Lucidare l’oro giallo e rosa con pasta a base di gesso di Vienna

L’oro puro non ossida, tuttavia le leghe per la gioielleria contengono rame o argento che tendono ad annerire. Un sottilissimo strato di ossido si rimuove con pasta di gesso di Vienna e alcool: si prepara una crema densa, la si stende con panno di microfibra e si eseguono piccoli movimenti circolari. Il gesso abradisce la patina senza intaccare i millesimi di metallo prezioso. In presenza di incisioni, si utilizza uno stecchino avvolto da un lembo di cotone inumidito con la stessa pasta. Ultimata la fase abrasiva, si sciacqua in acqua tiepida saponata per rimuovere ogni residuo farinaceo, quindi si asciuga e si passa un panno impregnato di cera di carnauba che sigilla la superficie rallentando la ricomparsa dell’ossido.

Proteggere i placcati in oro bianco o rodiato

I gioielli in oro bianco sono rivestiti da un bagno di rodio che conferisce riflessi freddi e ne accresce la durezza superficiale. Se l’annerimento è dovuto alla progressiva abrasione del rodio, nessuna pulizia potrà ripristinare il candore: occorre rivolgersi al gioielliere per una nuova rodiatura. Qualora si tratti solo di residui di sebo ossidato, basterà una soluzione di acqua calda e detersivo per piatti, non superiore ai cinquanta gradi, con pochi minuti di immersione e un delicato passaggio di spazzolino ultrasoft. L’ammoniaca va evitata: potrebbe microincidere la rodiatura, favorendo un annerimento ancora più rapido.

Gestire pietre delicate, perle e materiali organici

Opali, lapislazzuli, malachiti e perle reagiscono male agli sbalzi di pH e alla prolungata immersione. Sul castone si applica un impacco di polpa di banana schiacciata o di acqua distillata e argilla bianca, lasciandolo agire per cinque minuti: le microfibre vegetali assorbono il sebo annerito senza modificare la superficie gemmologica. Una volta rimossa la pasta con un bastoncino di legno, si lucida con panno appena umido. Le perle di coltura sono protette solo da nacre: ammoniaca, bicarbonato, alcol e ultrasuoni ne intaccano la lucentezza. Si puliscono passando un panno di microfibra inumidito con acqua tiepida, si asciugano su un tovagliolo e si ripongono lontano da fonti di calore.

Prolungare gli effetti della pulizia con stoccaggio controllato

Dopo aver riportato i gioielli alla brillantezza originale, mantenerli tali dipende dall’ambiente di conservazione. L’argento beneficia di bustine antiossidanti impregnate di sali chelanti; l’oro giallo, se isolato dall’umidità e dalla polvere in sacchetti di velluto, ritarda l’affiorare di ossidi di rame. I gioielli placcati vanno separati da quelli in acciaio o da monete in rame, perché il contatto galvanico accelera la perdita del bagno. Una bustina di gel di silice in ogni cassetto riduce l’umidità sotto il cinquanta per cento, limitando la corrosione invisibile che innesca l’annerimento. Chi abita in zone marine dovrebbe controllare i propri gioielli ogni due mesi: la salsedine è un catalizzatore di solfuri.

Conclusioni

La pulizia dei gioielli anneriti richiede un approccio differenziato: argento con il bagno elettrochimico, oro con pasta di gesso, placcati con detergenti blandi, pietre e perle con metodi non invasivi. Riconoscere la natura del materiale e applicare il protocollo dedicato trasforma l’operazione in un semplice rito domestico, capace di restituire splendore senza compromettere la struttura del manufatto. Un accurato stoccaggio, infine, prolunga il risultato e riduce la frequenza dei trattamenti, preservando la bellezza e il valore affettivo di collane, anelli e bracciali.

Articoli Simili

  • Dove Conservare i Gioielli
  • Colla per gioielli - Quale scegliere e prezzi
  • Come Pulire un Piumino
  • Come Pulire il Batik
  • Come Pulire il Pennello per il Fondotinta

Categories: Lavori Domestici

About the Author

Marco Marsullo

Marco Marsullo è un appassionato blogger e un esperto poliedrico che condivide la sua conoscenza e le sue guide su vari argomenti sul suo sito personale.

sidebar

Blog Sidebar

Cerca

Categorie

  • Casa
  • Consumatori
  • Fai da Te
  • Giardino
  • Guide
  • Lavori Domestici
  • Sport
  • Tecnologia

Footer

IL SITO PARTECIPA A PROGRAMMI DI AFFILIAZIONE COME IL PROGRAMMA AFFILIAZIONE AMAZON EU, UN PROGRAMMA DI AFFILIAZIONE CHE PERMETTE AI SITI WEB DI PERCEPIRE UNA COMMISSIONE PUBBLICITARIA PUBBLICIZZANDO E FORNENDO LINK AL SITO AMAZON.IT. IN QUALITÀ DI AFFILIATO AMAZON, IL PRESENTE SITO RICEVE UN GUADAGNO PER CIASCUN ACQUISTO IDONEO.