L’Aglio Bianco Polesano è una pianta con bulbi di colore bianco brillante uniforme data l’assenza di striature di altro colore, dalla forma regolare e compatta, leggermente appiattiti nel punto di inserimento dell’apparato radicale.
Le foglie, lanceolate e strette hanno una colorazione verde-azzurra. Il bulbo è di forma rotondeggiante ed è costituto da un numero variabile di bulbilli, che risultano tra loro uniti in maniera compatta e con una caratteristica curvatura della parte esterna. I bulbilli che lo compongono sono perfettamente adiacenti l’uno all’altro. Le tuniche che li avvolgono hanno colorazione rosata di varia intensità nella parte concava, bianca in quella convessa. La D.O.P. è stata ottenuta il 1° dicembre 2009 a partire da ecotipi locali, nonché dalla varietà Avorio che è stata selezionata partendo dagli stessi ecotipi. I bulbi dell’Aglio bianco polesano sono sani, consistenti, puliti, in particolare privi di terra, esenti da danni da gelo o da sole, da tracce di muffa e da germogli esternamente visibili. L’aglio bianco polesano è diviso in due classi, Extra (con un calibro minimo di 45 millimetri) e Prima (dal calibro minimo di 30 millimetri) ed è immesso sul mercato in trecce, treccioni, grappoli e grappoloni, in confezioni retinate e sacchi aventi un numero di bulbi variabile. La zona di produzione dell’Aglio Bianco Polesano comprende i comuni del Polesine, situati in provincia di Rovigo: Adria, Arquà Polesine, Bosaro, Canaro, Canda, Castelguglielmo, Ceregnano, Costa, Crespino, Fiesso Umbertiano, Frassinelle, Fratta, Gavello, Guarda Veneta, Lendinara, Lusia, Occhiobello, Papozze, Pettorazza, Pincara, Polesella, Pontecchio, Rovigo, S. Bellino, S. Martino di Venezze, Villadose, Villamarzana, Villanova del Ghebbo, Villanova Marchesina..
Venduto allo stato secco, ha un profumo caratterizzato da un peculiare profilo aromatico, meno pungente e più persistente rispetto a varietà ottenute in altre zone. Le sue qualità sono il frutto della particolare caratteristica dei terreni dove viene coltivato, con suoli di medio impasto di apporto fluviale, argilloso/limosi, ben drenati, porosi e fertili. A ciò si aggiungono la straordinaria capacità dei produttori, affinata con gli anni e trasmessa da padre in figlio, di selezionare a mano le teste migliori da cui ricavare il materiale da seminare e le particolari lavorazioni eseguite a mano. L’aglio è una coltura diffusa nel Polesine, che vanta una tradizione sia per la produzione sia per la sua lavorazione. Storicamente la presenza di tale coltura si rileva già nel XVI secolo. Per la commercializzazione l’Aglio bianco polesano ha visto nei secoli nella piazza di Rovigo un punto di riferimento, come riportato nell’Archivio Storico della Camera di Commercio cittadina. Il fatto che la coltura dell’aglio si sia radicata nel tempo sul territorio dimostra che la combinazione del fattore pedo-climatico dell’area e del fattore umano è risultata un elemento fondamentale per l’affermazione di tale prodotto orticolo. Per conservare correttamente l’Aglio Bianco Palesano Dop e mantenere il suo stato di dormienza, è necessario tenerlo al fresco a temperature di 0°C in ambienti asciutti e ben ventilati. Se l’ambiente è ben secco si può conservare anche per 6-7 mesi. 100 grammi di Aglio bianco polesano contengono: 8 g di acqua, 8 g di carboidrati, 8 g di zuccheri solubili, 3 g di sodio, 600 mg di potassio, 1 mg di ferro, 14 mg di calcio, 63 mg di fosforo, 41 Kcal. La provincia di Rovigo, con 640 ettari coltivati e 60.000 quintali di prodotto, rappresenta da sola il 60% della produzione italiana di aglio. L’Aglio Bianco Polesano DOP è prodotto nel periodo che va dal 1° al 17 di luglio. Portata dai Romani nel Polesine durante il periodo della centuriazione, la coltivazione dell’aglio non solo ha dato sempre un po’ di sapore alle pietanze povere locali ma ha anche aiutato nella cura delle malattie. Le caratteristiche dei terreni alluvionali del Polesine e la secolare professionalità degli agricoltori locali rendono quest’aglio molto ricco di allicina, una sostanza antisettica, utile nei casi di infiammazione della mucosa intestinale, potente ipotensore in grado di abbassare la pressione arteriosa, nonché stimolatore delle secrezioni biliari e digestive. L’Aglio bianco polesano si differenzia dall’aglio prodotto in altre aree e in altri paesi per le caratteristiche organolettiche, per la lunga conservabilità e per il particolare aroma. Se cucinato, è ingrediente ideale per esaltare il gusto di molti piatti, dai più semplici, come i famosi spaghetti aglio, olio e peperoncino, ai più elaborati, come zuppe, sughi o stufati.
COSA VUOLE DIRE
-IGP
L’Indicazione Geografica Protetta (IGP) indica un prodotto agricolo o alimentare, le cui qualità e caratteristiche sono attribuite all’origine geografica, come la produzione e/o trasformazione e/o elaborazione che avvengono in un’area geografica determinata. La IGP non richiede necessariamente la produzione in loco della materia prima, purché questa consenta di ottenere un prodotto corrispondente ai requisiti imposti dal disciplinare di produzione.
-DOP
Denominazione di Origine Protetta designa un prodotto agricolo o alimentare, le cui qualità e caratteristiche sono dovute all’ambiente geografico, comprensivo dei fattori naturali e umani e la cui produzione, trasformazione ed elaborazione avvengono in un’’area geografica delimitata”. L’intero ciclo produttivo deve essere svolto all’interno della stessa zona e, quindi, non riproducibile al di fuori di questa.
Zuppa d’Aglio bianco polesano
Ingredienti per 4 persone
una testa d’Aglio Bianco Polesano Dop
200 g di patate
1 l e mezzo di brodo vegetale
un bicchiere di panna acida
uno scalogno
crostini di pane integrale
150 g di Parmigiano Reggiano
olio extra vergine d’oliva
sale grosso
sale
Preparazione
Mettete l’aglio in una teglia, bagnate con 2 cucchiai d’olio extra vergine d’oliva, cospargete di sale grosso e infornate a 180 °C, coprendo con una carta d’alluminio: fate cuocere per 40 minuti. Poi togliete dal forno e fate raffreddare. Quindi, sbucciate gli spicchi, tagliateli a metà e privateli del germoglio interno. Tenete da parte. Tritare lo scalogno e mettetelo a soffriggere in una pentola dai bordi alti con un po’ d’olio. Quando inizia ad appassire, aggiungete l’aglio e rosolate per un paio di minuti, poi aggiungere le patate precedentemente pelate e grattugiate. Fate insaporire e versatevi il brodo vegetale caldo. Cuocete fin quando l’aglio non è ridotto in poltiglia. Togliete dal fuoco e frullate. Regolate di sale e unite la panna acida. Terminate la cottura e tenete in caldo. Affettate il pane casereccio, tagliatelo a cubetti e passatelo in forno. Disponete in un piatto fondo i crostini e versatevi sopra la zuppa d’aglio. Servite con un filo d’olio extra vergine d’oliva a crudo e un’abbondante manciata di parmigiano grattugiato.