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Marco Marsullo

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Quale Colla Utilizzare per Incollare Pannelli di Gesso

Un pannello di gesso – che sia cartongesso tradizionale o pannello isolante accoppiato – ha un cuore minerale a base di solfato di calcio emidrato. Il materiale è igroscopico, cioè assorbe e rilascia umidità: per evitare distacchi occorre che la colla interagisca chimicamente o meccanicamente con questa superficie senza trattenere acqua in eccesso. Allo stesso tempo, il supporto (parete in laterizio, calcestruzzo liscio, muratura intonacata o struttura metallica) presenta ruvidità e assorbimento differenti. Scegliere l’adesivo corretto significa insomma bilanciare l’esigenza di riempire i microvuoti, la necessità di compensare piccoli fuori piombo e la compatibilità con il pH leggermente alcalino del gesso.

Indice

  • 1 Collanti in polvere a base di gesso ad alta presa: la scelta “classica”
  • 2 Adesivi poliuretanici monocomponenti in schiuma: rapidità e isolamento termico
  • 3 Mastici polimerici MS o ibridi: flessibilità su supporti non assorbenti
  • 4 Collanti cementizi migliorati con resine: per accoppiamenti speciali e zone umide
  • 5 Calcolare spessore e planarità: la colla non è un intonaco di compensazione
  • 6 Preparare la superficie: polvere, primer e umidità controllata
  • 7 Conclusioni

Collanti in polvere a base di gesso ad alta presa: la scelta “classica”

Per incollare direttamente lastre di cartongesso su muratura grezza si utilizza da sempre l’adesivo in polvere specifico per pannelli in gesso, spesso denominato “gesso adesivo” o “collante per lastre” nelle schede tecniche. Il prodotto si miscela con acqua fino a formare una pasta densa; l’emidrato di calcio presente indurisce per reidratazione, legandosi sia al retro in cartone sia ai mattoni o al calcestruzzo. La presa inizia dopo cinque–dieci minuti e consente di correggere eventuali disallineamenti, mentre l’indurimento finale si raggiunge in poche ore. L’assenza di aggressivi chimici tutela il cartone della lastra e garantisce un’ottima adesione diffusa, ma il sistema richiede un supporto assorbente, privo di polvere e non verniciato.

Adesivi poliuretanici monocomponenti in schiuma: rapidità e isolamento termico

Negli ultimi anni i poliuretani espansi in bombola, nati per incollare blocchi in laterizio rettificato, si sono evoluti anche per l’accoppiamento di pannelli in gesso. Si tratta di schiume monocomponenti a bassa espansione: erogate in strisce verticali sul retro del pannello, si espandono quel tanto che basta a riempire irregolarità fino a un paio di millimetri, poi polimerizzano formando un cordolo elastico ma resistente. Le principali case produttrici offrono versioni certificate ETAG 004 per isolamento a cappotto, con aderenze superiori a 80 kPa. Il vantaggio è la velocità: dopo dieci minuti la lastra resta in posizione senza puntelli; lo svantaggio è la scarsa tolleranza a superfici polverose o molto lisce, dove è necessario pretrattare con primer poliuretanico.

Mastici polimerici MS o ibridi: flessibilità su supporti non assorbenti

Se la parete è rivestita da un intonaco a base calce/cemento molto liscio, da pittura al quarzo o persino da vecchie piastrelle che non si vogliono demolire, il collante in polvere non trova ancoraggio. Entra in gioco il mastice polimerico ibrido di tipo MS: un sigillante a viscosità elevata, privo di solventi, che aderisce per reticolazione umida su quasi tutte le superfici, compreso il cartone del pannello. L’applicazione avviene a cordoli verticali distanziati circa venti centimetri; la presa iniziale consente di sistemare la lastra, ma il fissaggio definitivo arriva dopo ventiquattro ore. Il prodotto rimane moderatamente elastico, accomodando micro-movimenti di assestamento dell’edificio. È una soluzione più costosa a metro quadrato, ma indispensabile quando il supporto è poco poroso o soggetto a vibrazioni.

Collanti cementizi migliorati con resine: per accoppiamenti speciali e zone umide

In ambienti umidi come bagni e cucine si preferiscono pannelli in gesso idrofugo o fibrorinforzato, spesso destinati a ricevere piastrelle. L’adesivo ideale in questi casi è un collante minerale a base cementizia rinforzato con lattice polimerico (classe C2 secondo EN 12004). Il prodotto offre aderenza elevata anche in presenza di umidità e resiste al vapore, ma richiede che il retro della lastra sia prima spolverato e che il cartone non sia verniciato. La miscelazione con poca acqua produce una malta tixotropica che si applica con spatola dentata e garantisce una superficie di contatto quasi totale, limitando vuoti che potrebbero raccogliere condensa.

Calcolare spessore e planarità: la colla non è un intonaco di compensazione

Qualunque adesivo funziona al meglio con spessori compresi fra tre e otto millimetri. Se le irregolarità della parete superano il centimetro, è più sicuro regolarizzarla prima con rasatura o intonachino. Utilizzare troppa colla in punti isolati genera vuoti che riducono l’insonorizzazione e possono portare a distacchi localizzati. Un livello laser e distanziatori calibrati aiutano a mantenere il coplaneo delle lastre durante la posa.

Preparare la superficie: polvere, primer e umidità controllata

Il successo di ogni incollaggio parte dalla pulizia: rimuovere polvere con spazzola o aspiratore, eliminare parti friabili e, se il fondo è calcestruzzo liscio o intonaco lucido, carteggiare per creare micro-ruvidità. Per le schiume PU si applica spesso un primer specifico che sigilla il poro e migliora la tenuta. I collanti in gesso richiedono invece un fondo leggermente inumidito ma non saturo, per evitare che l’acqua venga risucchiata troppo velocemente compromettendo l’idratazione del legante. La temperatura ambiente ideale oscilla fra 10 °C e 25 °C: al di sotto il gesso tarda a fare presa, al di sopra schiume e polimeri reticolano troppo in fretta senza garantire bagnatura completa.

Conclusioni

Non esiste un adesivo “universale” che vada bene per tutti i pannelli di gesso e per ogni supporto. Nelle ristrutturazioni standard su muratura intonacata, la colla a base di gesso rimane la soluzione più economica e collaudata; per superfici lisce o rivestite si privilegiano i mastici polimerici; in zone umide si ricorre ai cementizi migliorati; quando la rapidità di esecuzione è un valore aggiunto, le schiume poliuretaniche a bassa espansione offrono la risposta. Abbinare correttamente collante, fondo e pannello garantisce un ancoraggio durevole, evita fessurazioni e preserva le prestazioni di isolamento termico e acustico di cui una lastra di gesso moderna è capace.

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Marco Marsullo

Marco Marsullo è un appassionato blogger e un esperto poliedrico che condivide la sua conoscenza e le sue guide su vari argomenti sul suo sito personale.

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