Alcuni consigli utili su come conservare i tartufi in modo da preservarne a lungo tutte le qualità
Gli intenditori sostengono che “il tartufo è un elemento vivo”. Alla luce di ciò, al fine di mantenere le qualità, il profumo e il sapore del tartufo a lungo, è dunque necessario mantenerlo in vita, conoscendone il ciclo.
Molti sostengono di non eliminare la terra dal tartufo, per non accelerare i processi di formazione dei microrganismi.
Necessaria è l’operazione che consiste nell’avvolgere ogni tartufo in comune carta da pane e deporlo, in un barattolo chiuso, nella parte meno fredda del frigo. La carta deve essere cambiata quotidianamente.
Sul come conservare i tartufi, ci sono poi gli estimatori del metodo del riso. Questo metodo consiste nel conservare il tartufo in un barattolo contenente riso, sebbene altri esperti sostengano che tale metodo lascerebbe seccare il tubero privandolo dell’aria.
Un altro metodo per conservare più a lungo i tartufi consiste nella cottura in olio, il cui risultato è una salsina che può essere conservata in frigo per un mese o due.
Ancora, i tartufi si possono tritare e affettare e amalgamare successivamente con del burro e sale per formare una sorta di burro di tartufo da poter utilizzare in cucina durante qualche preparazione speciale.
Non tutti i tartufi sono uguali: quello nero si può conservare più a lungo, circa dieci giorni dopo la raccolta (con il metodo della carta), mentre quello bianco non va consumato oltre i cinque giorni.
Oltre alla perdita delle qualità del tartufo, si rischia l’avvelenamento.